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"Tutto si tiene in questi racconti così apparentemente personali e intimi. Le voci precisamente connotate di ciascun narratore si impongono per prime, con le loro sonorità differenziate, con il loro differente respiro. Ma la scrittura rispettosa e discreta di Anna Turra, appropriandosi di questa oralità perduta, intesse queste voci tra loro, come i fili diversamente colorati di un'unica sapiente trama letteraria. Quasi un piccolo romanzo del secondo Novecento costruito per flashback che illuminano i vissuti non straordinari di gente non straordinaria, ma vera, che dai non luoghi della contemporaneità ci riportano a casa." (Anna Beltrametti)